Bitcoin, criptovalute e blockchain: cosa sono e come funzionano spiegato semplice.
Oramai tutti, anche la famosa massaia di Voghera, hanno sentito almeno parlare di Bitcoin, criptovalute e blockchain.
Ed in tanti, anche se attratti dall’idea di criptovalute digitali e di nuove tecnologie, si sono poi scontrati con termini molto tecnici e difficili da essere compresi al volo.
Oggi però capiremo insieme ed in modo semplice come funziona quel mondo…
Metto qui sotto il video in cui spiego tutto, ma più sotto, per chi lo preferisce, c’è anche il classico nero su bianco… buona visione o buona lettura.
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Il Bitcoin, la prima criptovaluta in assoluto, è nata in un paper del 2008. L’idea sottostante era semplice e tanto innovativa, quella creare una nuova moneta che avesse 4 caratteristiche ben definite:
1 – essere virtuale, cioè qualcosa di intangibile, creata da dei computer ed utilizzabile per i pagamenti digitali che tutti noi utilizziamo ad esempio tramite la carta di credito registrata sul nostro smartphone
2 – essere alternativa alle monete già note
3 – che fosse riconosciuta a livello globale
4 – che non richiedesse un’autorità centrale per controllarne le transazioni.
Dopo il Bitcoin altre criptovalute nacquero come funghi, tanto che oggi si possono contare circa 30 diversi protocolli simili o derivati dal Bitcoin, valute oggi note come le cosiddette Altcoin, cioè Alternative Coin, ovvero monete alternative.
Ma qual è la vera forza di una criptovaluta? Beh per capirlo dobbiamo parlare della blockchain, la tecnologia sottostante le criptovalute.
Oggi, se facciamo un pagamento tramite carta di credito i nostri dati e la stessa transazione vengono registrati su un server, in pratica un mega computer creato apposta per registrare quelle informazioni.
Con le criptovalute, invece, proprio grazie alla blockchain, le informazioni contenenti i nostri dati e la transazione stessa vengono divise in tanti blocchi di micro informazioni (i block appunto), vengono collegati tra loro d’ala chain, cioè una catena informatica, e registrati su centinaia di computer diversi collegati alla rete internet globale.
Se mi passate una semplice metafora è un pò come se i nostri dati venissero divisi come una sorta di gigante puzzle digitale e sparso poi per internet. Senza tutti i pezzetti del puzzle poi non sarà possibile risalire a chi e cosa si è scambiato.
La tecnologia blockchain condivisa a livello globale consente al sistema 3 cose fondamentali e di cui si vanta:
1 – di non dover sottostare ad alcuna autorità interna o esterna
2 – di rendere le transazioni anonime
3 – di rendere assolutamente sicura l’intera chain, catena che non può essere soggetta ad attacchi hacker o modifiche.
Le potenzialità della sicurezza delle criptovalute sono enormi, in termini di pagamenti e anonimato totale dei proprietari, ma non mancano però alcuni rischi.
Innanzi tutto, fino ad oggi, le criptovalute sono state contrastate dai vari governi proprio per il loro anonimato, caratteristica che le ha rese terreno fertile per traffici illeciti di vario tipo, dal traffico di droga, ai riscatti per i rapimenti, ai soldi della criminalità organizzata.
Un altro grosso problema è di tipo ambientale. Produrre le criptovalute significa utilizzare tantissimi server sempre attivi e, di conseguenza, significa dover sostenere una spesa elevatissima in elettricità.
A quanto si può leggere, pare che una singola transazione in Bitcoin oggi consuma quanto più di un milione di pagamenti fatti con carta di credito.
Per entrambi i problemi sono in corso studi per cercarne la soluzione e tanti governi, come la Cina, l’Europa e gli Stati Uniti, stanno addirittura creando criptovalute di Stato, come il dollaro e l’euro digitale.
In Italia, da giugno 2022, pare siano in arrivo le prime regolamentazioni per l’operatività in criptovalute, ma di questo vi parlerò in un altro video che troverete a breve sul mio canale YouTube, per cui iscrivetevi per non perderlo.
Bene amici, a questo punto per ogni domanda non esitate a contattarmi perché anche per oggi è tutto, quindi vi saluto.
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